Quadri e lavori all’uncinetto dei partecipanti al Laboratorio di Narrazione Autobiografica. Dal 16 al 21 dicembre 2019.
Il Laboratorio di Narrazione Autobiografica dedica una mostra molto speciale che sarà ospitata nel centro Mente Locale dal 16 al 21 dicembre 2019, dalle 09.00 alle 17.00.
Il titolo è “FantasticaMente” e oggetto dell’esposizione saranno i quadri a olio e i lavori all’uncinetto di due persone, Giacomo e Gemma, che hanno partecipato alle attività del Laboratorio.
«Uno degli obiettivi del laboratorio» spiega Luisa Mello Grosso che conduce l’attività da due anni «è quello della restituzione dei racconti che vengono raccolti durante i nostri incontri. Quest’anno il tema erano le passioni e ci è sembrato bello esporre non soltanto le storie, ma anche gli oggetti veri e propri nati da questi interessi».
«Uno degli aspetti importanti del laboratorio di narrazione è quello della socializzazione» aggiunge Luisa Mello Grosso. «Il raccontare permette di condividere elementi comuni, di sentirsi stimolati a ricordare, di sentirsi ascoltati. Durante i nostri incontri non ci limitiamo a raccogliere ricordi orali, ma facciamo sempre dei collegamenti, per esempio con brani musicali o fotografie, cercando di stimolare una pluralità di funzioni cognitive che aiutano a far riemergere o a rafforzare la memoria».
Il Laboratorio di Narrazione Autobiografica è inserito nel calendario delle attività del centro d’incontro Mente Locale.
Si svolge a cadenza settimanale, ogni mercoledì pomeriggio. E’ aperto sia a chi frequenta il centro d’incontro Mente Locale, sia agli utenti del Centro della Memoria dell’ASL Biella. Chi è interessato e vorrebbe partecipare, può chiamare la segreteria di Mente Locale, dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 17.00, al numero 015401767 o mandare un’email.
Il centro d’incontro Mente Locale si trova a Villa Boffo, ristrutturata e messa a disposizione delle attività di AIMA Biella, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.
Frammenti della storia di Gemma
“Ho cominciato a fare l’uncinetto quando la mia prima figlia, la Gabriella, era piccola. Poi è arrivata Stefania. Ho iniziato perché non sapevo come fare a far passare il tempo. Ho imparato da sola, facendo e disfacendo, anche il mezzo punto. Per quello però ci volevano più soldi (…) Quando vivevo in paese, la voce che ero brava correva e allora venivano da me e mi chiedevano di fare dei lavori (…) Facevo l’uncinetto dopo le otto di sera. Per me era rilassante, specialmente la sera. Con cinque figli… mi sentivo respirare. Li mettevo a dormire e proseguivo il lavoro all’uncinetto fino alle tre o alle quattro del mattino (…) Io lo farei ancora ma, che devo dire… non lo faccio più. Non ci vedo più”.
Frammenti della storia di Giacomo
“Giacomo a cominciato a dipingere quando all’età di 50 anni ha smesso di lavorare (…) Ha comprato un’enciclopedia e ha imparato la tecnica. Il primo quadro l’ha fatto copiando una fotografia scattata in vacanza a Capo d’Orlando, Messina. La sua amata Sicilia (…) Dipingeva quando era a casa da solo e sua moglie era al lavoro (…) Giacomo dipinge in due modi: sceglie un soggetto che gli piace, lo fotografa e poi a casa lo dipinge oppure lascia che la memoria arrivi a portargli un’immagine nella mente da riprodurre (…) “Quando dipingevo” dice “sentivo piacere e benessere perché era tutta roba di mia volontà”.