Dopo l’anteprima nazionale nel giorno di San Valentino, “PerdutaMente” il film sull’amore e l’Alzheimer di Paolo Ruffini e Ivana Di Biase è arrivato nel Biellese.
AIMA Biella in collaborazione con il Cinema Verdi di Candelo ha organizzato una proiezione speciale per martedì 29 marzo 2022 con la presenza dei registi durante la quale Ruffini ha raccontato come è nato il suo viaggio dentro l’Alzheimer e come l’incontro con Franco Ferlisi, presidente di AIMA Biella, abbia a un certo punto cambiato completamente la prospettiva del film.
Sulla pagina Facebook di AIMA Biella abbiamo pubblicato il video con l’intervento di Ruffini in apertura della serata.
AIMA Biella ringrazia il gestore del Cinema Verdi per la collaborazione nell’organizzare l’evento e tutte le persone che hanno voluto partecipare, portando la loro testimonianza o la loro semplice presenza. Esserci, di questi tempi, è molto importante!
Oltre che nelle sale, ad aprile 2022 il film è disponibile su Sky Documentari mentre da settembre 2022 dovrebbe approdare sui canali RAI.
PerdutaMente, non si guarisce dall’Alzheimer non si guarisce dall’amore
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, determinando decadimento fisico e cognitivo, perdita della memoria, della coscienza e della percezione del sé e della realtà.
Paolo Ruffini attraversa l’Italia per intervistare persone affette dalla malattia di Alzheimer e i loro familiari, definiti “seconde vittime” dell’Alzheimer, che si trovano ad affrontare un carico fisico ed emotivo enorme accompagnando i propri cari attraverso il doloroso cammino della malattia. Dalla malattia di Alzheimer, ad oggi, non è possibile guarire, tuttavia è possibile curarla, nel senso di “prendersi cura” di chi si ama, e l’unica cura possibile è l’amore. Il centro narrativo del documentario non è la malattia, ma le emozioni e i sentimenti che legano i pazienti ai propri cari.
Attraverso le interviste si raccontano diverse storie d’amore, e soprattutto diverse dimensioni dell’amore: quello tra compagni di vita, tra genitori e figli, nonni e nipoti, tra fratelli e sorelle. In questo viaggio, tra storie e sentimenti, mentre la memoria della realtà viene progressivamente sgretolata dalla malattia, resta invece la memoria emotiva che rappresenta l’unico legame che i pazienti conservano con la vita che li circonda.